Non vi sembrerà di essere sui navigli, che sono spesso sinonimo di vita notturna e conseguente caos, ma avrete la sensazione piuttosto di essere in una vietta di Parigi o Amsterdam. E invece no, siete proprio a Milano, in uno dei posti più pacifici, artistici e romantici della città. Qui, quando la lavatrice era ancora un miraggio, si inginocchiavano ragazze con le camicie legate in vita e i fazzoletti sul capo per lavare i panni sfregandoli energicamente sui “brellin” di pietra ancora visibili oggi.
Oggi, al posto della drogheria che vendeva il palton, cioè il detersivo usato dalle lavandaie fatto da un miscuglio di cenere, sapone e soda, c’è il ristorante El Brellin che, con i suoi soffitti a cassettoni, ha mantenuto intatta l’atmosfera di un tempo. Al numero sei del vicolo, inoltre, è possibile vedere una centrifuga dei primi del 1900, antenata della lavatrice. Fateci un salto per essere testimoni di una Milano nascosta e da cartolina e, mentre passeggiate per il vicolo, rivolgete uno sguardo alle case di ringhiera che popolano i navigli.
Tipiche dell’edilizia popolare milanese, le case di ringhiera, caratteristiche del quartiere dei Navigli e dell’Isola, sono formate da una corte centrale e da lunghi ballatoi lungo i quali si aprono le entrate degli appartamenti privati e che, all’origine, prevedevano in fondo una toilette pubblica per tutti gli abitanti del piano. Vi consigliamo, se la dea bendata vi sorride e vi fa trovare un portone aperto, di intrufolarvi dentro una di queste case per godere della vista e della calma dei loro cortili.
Maggiori informazioni:
Vicolo delle lavandaie, Vicolo Privato Lavandai, Milano, 20144 MI, Italia