Risotto allo zafferano, polenta con funghi trifolati e l’immancabile “cassoeula”: ecco la santa Trinità gastronomica meneghina. Se pensate che mangiare qualcosa di diverso, di alternativo nella città del Duomo sia una mission impossible, vi sbagliate di grosso. Milano è un concentrato di tradizione e innovazione. Una vera e propria millefoglie composta da gustosissimi strati, tutti diversi fra loro. Non delude nessuno, dai palati più conservatori a quelli più innovativi. Ma al netto di ristoranti e trattorie tipiche (per gli amanti della tradizione) e di ristoranti cinesi, sushi all you can eat e ristoranti indiani (per gli appassionati dei cibi etnici) cosa rimane? Ecco, quindi, un breviario con qualche consiglio su dove mangiare a Milano: per voi alcuni dei posti che propongono un interessante mix di atmosfere particolari e cibi diversi da quelli della tradizione lombarda. Un piccolo “famolo strano” della cucina!
Kitchen and soul – la cucina del “recupero”
Ultimamente la moda del cibo vegano o almeno vegetariano ha subìto una vera e propria esplosione: polpette di legumi, “finte” fette di carne (come il seitan e i polpettoni di legumi) e verdure cucinate in tutte le salse (letteralmente) hanno fatto le scarpe ai cari vecchi piatti come lo spezzatino, le braciole e le bistecche ai ferri. Via l’osso da spolpare e avanti le vellutate. Di porri, di patate, di zucca, non importa, purché sia tutto a base di vegetali. Il contraccolpo ricaduto sugli amanti della buona tavola a 360° è stato piuttosto forte. La prima cosa a cui si pensa immediatamente quando ci si immagina un pranzo a base di verdure e legumi è l’assenza di gusto e di sapore. Nell’immaginario comune, infatti, parole come “minestrone” o “broccoli” sono gli anagrammi per “ospedale” o “dieta”. Secondo noi, però, Kitchen and Soul riuscirà a farvi cambiare idea. Situato nel cuore dei Navigli, questo posto vi rimarrà nel cuore… e nello stomaco! Qui ne sanno una più del diavolo per riuscire a trasformare degli ingredienti poveri e semplici come vegetali e legumi in piccoli capolavori di gusto. Il tutto fatto secondo i loro dettami: materie prime di qualità e tutto rigorosamente bio. Cibo sano e di gusto, rigorosamente fedele alla politica “home made”. Date un’occhiata al loro menù del giorno e rifatevi gli occhi: dall’arrosto di faraona e mele (ebbene sì, in questo posto si potranno sfamare anche i “carnivori”) allo sformato di patate e casera. Avrete solo l’imbarazzo della scelta! Inoltre, l’arredo del locale vi aiuterà ulteriormente a rilassarvi e a gustare la vostra ordinazione: sedie, tavoli e altri complementi realizzati con materiali di recupero (legno in particolare) vi daranno proprio l’impressione di essere nel locale di un gruppo di amici che conoscete da sempre. Kitchen and soul vi offre anche pane e coperto: qui l’abc della condivisione è gratis!
Vinile Milano – per gli amanti dell’American style
Porta Venezia, una mattinata di sole, un po’ di shopping ristoratore dopo un’intera settimana di lavoro e lo stomaco che brontola. Il risultato di questa equazione non può che essere pranzare in un locale come il Vinile. Noi abbiamo scoperto questo posto magico proprio grazie alla nostra voglia di “perderci” un po’ in città, di camminare seguendo l’istinto e soprattutto la fame di bellezza dei nostri occhi. Ecco allora che non può esserci ricompensa migliore per questa insolita “battuta di caccia”. Varcate la soglia della porta del Vinile e vi si parerà davanti l’ambiente unico e magico dei diner americani anni Sessanta: colori pastello, arredi dalle forme tonde e morbide e 33 giri da collezione. Ogni singolo dettaglio di questo locale vi porterà indietro ai magici anni di Grease e de La febbre del sabato sera. I patiti dei vinili e della musica psichedelica qui troveranno pane per i loro denti. Il suono della puntina del giradischi comincerà immediatamente a ronzarvi in testa, anche grazie a eventi e serate a tema con gli anni dei vestiti a pois a delle gonne a ruota. Corroborate il tutto con un menù in linea con queste atmosfere scanzonate e chissà che non vi immaginiate nei panni di Janis Joplin o dei Jefferson Airplane sul palco di Woodstock… occhio, però: nel locale non si accede in costume adamitico come succedeva al famoso festival del ’69!
Fabbrica – il ristorante “industrial” sullo sfondo dei Navigli
Allontaniamoci dalle atmosfere metropolitane ed eleganti di Porta Venezia e spostiamoci verso i Navigli. Prendiamo il tram che, si sa, è uno dei mezzi più poetici per eccellenza e scendiamo nell’area dove regna il sistema idrico progettato da Leonardo. Eccoci in una delle zone più romantiche e chic del capoluogo meneghino. Se amate le atmosfere un po’ dark, dalle tonalità un po’ stile Kraftwerk e dal sapore industriale, il ristorante/pizzeria Fabbrica è il luogo giusto dove andare a pranzare o a cenare. Già dal nome (un cosiddetto tell-tale name, come direbbero in Gran Bretagna) capite subito in che tipo di locale vi trovate. Esatto, avete capito bene: nella sua “vita precedente” questo posto era una vera e propria fabbrica, caduta poi in disuso. Lo “stile essenziale e povero”, come lo definisce lo staff del locale, è stato mantenuto proprio per rendere l’idea di cosa si occupasse questa piccola industria, cioè della lavorazione del legname. “Entrate in Fabbrica” e vi troverete dei tavoloni di legno essenziali e delle ampie finestre. Vicino alla cassa potete trovare ancora il timbratore delle presenze dove gli operai diligentemente infilavano il loro cartellino per cominciare la giornata. Tranquilli, qui non vi si chiederà di mettervi in tuta e lavorare la legna! Potrete, anzi, godervi tutta la bontà della cucina di questo posto… un vero “marchio di Fabbrica”! Tra i vari piatti proposti dallo chef, vi consigliamo i veracissimi “bigoli al torchio con salsiccia e provolone” e, se volete provare un accostamento al quale i palati del nord non sono poi così avvezzi, vi sproniamo a provare le “orecchiette con cime di rapa e cozze”. In questa Fabbrica troverete soltanto il lato positivo del duro lavoro delle catene di montaggio: quantità abbondanti e un sapore che lascia il segno.
Un tram che si chiama… ristorante
Continuando con le atmosfere a tema, dopo il rock’n’roll degli anni Sessanta del Vinile, vi proponiamo un secondo viaggio nel tempo e questa volta si va ancora più indietro con gli anni. Se Doc e Martin McFly cavalcavano l’onda della quarta dimensione con le quattro ruote della loro fidata DeLorean, Milano vi propone qualcosa dal fascino ancora più forte: il tram. Non si tratta però del banalissimo tram col quale andare al lavoro la mattina fra una corsa e l’altra, bensì di un tram ristorante. Il Tram ATMosfera apre le sue porte ai signori passeggeri e li porta sferragliando negli anni Venti/Trenta, invitandoli ad accomodarsi e a prendere posto ai loro eleganti tavolini in attesa di essere serviti. Ricavato da dei veri tram storici (“del tipo ‘Milano 1928’”, come li definisce il sito dell’ATM), questo ristorante atipico è curato fin nel minimo dettaglio per farvi respirare tutto lo charme dei primi decenni del secolo scorso. Certo, per quanto raffinato e di prima qualità, il menù rispetta in pieno i canoni della cucina meneghina. Niente di strano o di alternativo nelle pietanze ma, in compenso, ammetterete che gustare un risotto con ossobuco girando per le strade di Milano a bordo di un tram è quanto di più alternativo ci si possa immaginare!