Correva l’anno 1630 e a Milano era scoppiata la peste. La maggior parte della nobiltà aveva deciso di lasciare la città mentre le sue vie venivano riempite da appestati che imploravano aiuto e uomini di chiesa che cercavano salvezza nelle preghiere.
E poi c’era lui. Il marchese Ludovico Acerbi. Un nobile che, a differenza dei suoi amici e parenti, decise di rimanere a Milano nel suo sontuoso palazzo. Un anonimo cronista dell’epoca descrisse il marchese così: “di anni cinquanta, con barba quadra et longa, né magro né grasso, né bianco né nero. Comparisce ogni giorno in carrozza superbissimo con sedici staffieri giovani, sbarbati, vestiti di livrea verde dorata e con assai copia di gioie e sei cavalli tirano la sua carrozza”.
Mentre all’esterno del suo palazzo si sentivano le urla agonizzanti degli ammalati, all’interno riecheggiavano risate e note musicali. Il popolo stremato cominciò a credere che il marchese non fosse nient’altro che il diavolo in persona e che un qualche incantesimo avesse protetto le mura dell’edificio visto che chiunque vi abitasse riuscisse a restare indenne dalla peste.
Oggi è ancora possibile vedere il palazzo del marchese: arrivate al numero 3 di Corso di Porta Romana, fermatevi davanti al grande portone in legno e rimuginate sul marchese Acerbi chiedendovi se fosse realmente Satana o semplicemente molto, molto fortunato!
Maggiori informazioni:
Corso di Porta Romana, 3, Milano, MI, Italia