I Navigli di Milano, noti per il loro fascino storico e architettonico, formano un sistema di canali artificiali che ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo della città. Le strutture che ancora oggi possiamo ammirare costituiscono una delle attrazioni turistiche più caratteristiche della città. Stiamo parlando del Naviglio Grande e del Naviglio Pavese, anche se originariamente il sistema comprendeva cinque canali principali tra cui il Naviglio Martesana, il Naviglio di Paderno e il Naviglio di Bereguardo.
Questi canali, che un tempo fungevano da importanti vie di trasporto e irrigazione, oggi rappresentano uno dei luoghi più pittoreschi e frequentati di Milano.
L’origine del nome è piuttosto intuitiva. Il termine “Naviglio” deriva infatti dal latino navigium, che significa “navigare” e, in senso stretto, anche “canale navigabile”. Il nome riflette quindi la funzione primaria dei canali come vie d’acqua navigabili.
Perché sono stati costruiti i Navigli a Milano?
In qualità di canali artificiali, i Navigli nascono con uno scopo ben preciso: facilitare il commercio all’interno della capitale meneghina. La città, infatti, era originariamente priva di importanti corsi d’acqua e questo ne ostacolava il trasporto di merci e persone, nonché l’agricoltura.
Ecco perché, nel XII secolo, si è pensato alla costruzione di canali artificiali che collegassero Milano ai principali laghi e fiumi lombardi e che fungessero da sistemi di irrigazione. In ultima istanza, sarebbero stati utili anche come difesa “naturale” della città.
Il primo canale a essere realizzato fu il Naviglio Grande, iniziato nel 1177 e terminato nel 1209. Questo collegava Milano al Ticino, consentendo il trasporto di merci come i marmi per la costruzione del Duomo. Più avanti, in epoca rinascimentale, anche ingegneri del calibro di Leonardo da Vinci contribuirono all’ampliamento del sistema.
Quanti erano i Navigli di Milano?
Originariamente, il sistema dei Navigli di Milano comprendeva cinque canali: il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese, il Naviglio Martesana, il Naviglio di Paderno e il Naviglio di Bereguardo. Questi canali formavano un sistema complesso e interconnesso che si estendeva per centinaia di chilometri.
- Naviglio Grande: il più antico, iniziato nel 1177 e completato nel 1272, collegava Milano al fiume Ticino.
- Naviglio Pavese: costruito tra il 1359 e il 1819, collegava Milano al fiume Po, attraverso Pavia.
- Naviglio Martesana: inaugurato nel 1496, collegava Milano al fiume Adda.
- Naviglio di Paderno: un tratto artificiale lungo circa 2,6 chilometri, costruito nel XVIII secolo per bypassare le rapide dell’Adda.
- Naviglio di Bereguardo: costruito tra il XV e il XVI secolo, collegava il Naviglio Grande al Ticino a Bereguardo.
Origine e costruzione dei Navigli
La costruzione dei Navigli di Milano risale all’epoca medievale, con i primi lavori iniziati nel XII secolo. Il progetto fu voluto e promosso dai governanti dell’epoca, in particolare dai Visconti e dagli Sforza, con l’intento di migliorare il trasporto delle merci e l’irrigazione delle terre agricole circostanti. Questi canali erano essenziali per facilitare il commercio, ridurre i costi di trasporto e garantire una risorsa idrica stabile per l’agricoltura.
Chi ha costruito i Navigli di Milano?
La costruzione dei Navigli fu un’impresa collettiva, che coinvolse operai specializzati, ingegneri e architetti dell’epoca. Le opere iniziarono sotto la guida delle famiglie governanti, Visconti e Sforza, che riconobbero l’importanza di un sistema di trasporto efficiente per lo sviluppo economico della città.
Chi progettò i Navigli di Milano?
Tra i vari ingegneri e architetti che lavorarono ai Navigli, uno dei più illustri fu Leonardo da Vinci. Durante il suo soggiorno a Milano nel XV secolo, Leonardo progettò un innovativo sistema di chiuse. Questo sistema permetteva di superare i dislivelli d’acqua, rendendo i canali completamente navigabili e migliorando significativamente l’efficienza del trasporto fluviale. Le chiuse leonardesche sono considerate un capolavoro di ingegneria idraulica e contribuirono enormemente alla funzionalità e all’espansione dei Navigli.
Età d’oro dei Navigli
Il periodo di massimo splendore dei Navigli di Milano si ebbe tra il XIV e il XVIII secolo, un’epoca cruciale per lo sviluppo economico e urbanistico della città. Durante questi secoli, i Navigli diventarono la principale via di trasporto per merci e persone, rendendo Milano un nodo commerciale di grande importanza. La rete dei canali si espanse costantemente e venne continuamente migliorata per rispondere alle crescenti esigenze della città.
Il primo ad essere attivato e successivamente ampliato fu il Naviglio Grande. Il suo scopo principale era il trasporto dei marmi dalla Val d’Ossola, nei pressi del Lago Maggiore, al centro della città. Ad avvicinare Milano al mare Adriatico c’era invece il Naviglio Pavese, direttamente collegato con il fiume Po. A contribuire all’irrigazione delle campagne c’era poi il Naviglio Martesana, che attingeva dal fiume Adda e dai sistemi idrici del nord d’Italia.
Nel corso dei secoli, i Navigli furono oggetto di continui interventi di manutenzione e miglioramento. Vennero costruiti nuovi ponti, ampliati i tratti esistenti e introdotti sistemi di regolazione dell’acqua sempre più efficienti.
Decadenza e rinascita
Con l’industrializzazione e lo sviluppo delle nuove reti di trasporto, tra cui le ferrovie, i Navigli persero progressivamente la loro centralità. Molti tratti vennero interrati tra il XIX e il XX secolo per far spazio alla crescita della città, sebbene alcune parti, come il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese, siano rimaste operative fino ai giorni nostri, trasformandosi da vie di commercio a centri della vita sociale e culturale di Milano.
Negli ultimi decenni, c’è stata una crescente attenzione verso la valorizzazione e il recupero di questi antichi canali. Progetti di riqualificazione urbana hanno portato alla riapertura di alcuni tratti e alla creazione di aree pedonali e ciclabili lungo le rive dei Navigli.
Navigli di Milano: prima e dopo
Osservando i Navigli Milano prima e dopo i lavori di riqualificazione, è evidente il cambiamento radicale che questi luoghi hanno subito. Da vie d’acqua trafficate e fondamentali per l’economia cittadina, i Navigli sono diventati oggi un simbolo di cultura e socialità, ospitando numerosi locali, ristoranti e eventi culturali.
Passeggiando lungo le strade acciottolate, avrai l’imbarazzo della scelta nello scegliere il dehor sul quale fare aperitivo al tramonto, il ristorante in cui cenare o il cocktail bar in cui trascorrere parte della serata. Se decidi di frequentare la zona anche di giorno, potrai invece perderti tra i diversi negozietti che costellano i Navigli Grande e Pavese, nonché le vie circostanti.
A circondare l’area ci sono le celebri case di ringhiera, costruzioni tipiche della vecchia Milano che hanno un sapore vintage sempre attraente agli occhi di turisti e cittadini. Sono palazzi caratterizzati da ballatoi che consentono l’accesso alle diverse abitazioni.
Un momento iconico del quartiere è poi quello che ogni sabato riunisce le persone al mercato delle pulci più famoso e antico della città: la Fiera di Sinigaglia, sulla Sponda di Ripa di Porta Ticinese.
Conclusione
I Navigli sono canali artificiali che hanno giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo di Milano. Hanno infatti permesso di portare in città corsi d’acqua altrimenti inesistenti, favorendo commercio, irrigazione e un sistema di difesa urbano.
Nonostante la maggior parte di essi sia stata dismessa e la loro funzione originale si sia persa, i Navigli rimangono tutt’oggi un elemento iconico della capitale meneghina.
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