L’Arco degli Acetari rappresenta uno di quei tesori nascosti che solo i veri romani conoscono. Un arco medievale che dà accesso ad una piccola corte interna, dove il tempo sembra essersi fermato. Un luogo carico di storia e fascino, che merita di essere scoperto dai veri amanti di una Roma più segreta e autentica.
In questo articolo capiremo come raggiungere questo luogo suggestivo, oltre a scoprire le sue origini e il suo significato.
Arco degli Acetari: simbolo medievale
In un’epoca in cui Roma era dominata dai papi e dalle famiglie nobiliari sorgeva questa architettura popolare, con le sue case basse e colorate, i suoi balconi fioriti e i suoi vicoli stretti. L’arco risale infatti al XIII secolo e fa parte delle mura medievali che circondavano il rione. Oggi in questo cortile si respira un’atmosfera tranquilla e silenziosa, lontana dalla frenesia cittadina. L’Arco degli Acetari è uno dei rari angoli di Roma, in cui sembra di non stare a Roma, in cui tutto è fermo, conservato al fascino antico e misterioso. Un piccolo borghetto caratterizzato da queste case medievali, che poco hanno a che fare con la maestosità delle piazze romane.
Perché si chiama Arco degli Acetari?
Una domanda che ti sarai sicuramente posto prima di arrivare qui: perché si chiama Arco degli Acetari? Il nome deriva dalla presenza, nella zona, dei venditori di acqua acetosa, chiamati acetosari. Questi ultimi, oltre a vendere, distribuivano l’acqua nel vicino mercato di Campo dei Fiori. Un’acqua particolarmente apprezzata, rinfrescante e dissetante, ottenuta dalla fermentazione di acqua e foglie di sambuco. Un’acqua che, si pensava, avesse proprietà terapeutiche. Così tanto famosa all’epoca da essere celebrata anche da Papa Paolo V Borghese, che nel 1611 fece costruire una fontana dedicata all’acqua acetosa.
Fontana dell’acqua Acetosa
Ma non è il solo Papa Paolo V a riconoscere il valore di quest’acqua. Infatti anche Papa Alessandro VII Chigi riconobbe le sue proprietà terapeutiche. Pensava che curasse le malattie dello stomaco, del fegato e dei reni.
E proprio per questo motivo, nel 1661, ordinò la realizzazione di una nuova ed artistica fontana, tuttora esistente.
Si racconta che molti personaggi famosi, come Michelangelo, Raffaello, Caravaggio e Goethe, fossero abituali consumatori di questa acqua, che attribuivano alla loro longevità e creatività.
Come raggiungere l’Arco degli Acetari a Roma?
Per raggiungere l’Arco degli Acetari e la Fontana dell’Acqua Acetosa, ci sono diverse opzioni di trasporto pubblico.
Direzione per il primo? Linea A della metropolitana, scendi alla stazione di Spagna, da dove si può raggiungere a piedi il palazzo di via del Pellegrino, al numero 19, dove si trova il sottopassaggio che conduce all’arco. Invece, per la Fontana dell’Acqua Acetosa, puoi prendere la linea B della metropolitana e scendere alla stazione di Flaminio, da dove puoi prendere il tram 2 e scendere alla fermata Piazza Antonio Mancini, da dove si può raggiungere a piedi la fontana, che si trova lungo il Lungotevere Flaminio.
E se vuoi fare un’esperienza completa, ti consigliamo di portare con te una bottiglia vuota per poi riempirla con l’acqua acetosa. Attenzione, il sapore è forte: preparati.
Ma cosa fanno i romani?
Si portano un bicchiere di plastica, per poter bere direttamente dalla fontana.
Ti invitiamo ad esplorare l’Arco degli Acetari, la fontana acetosa ed altri affascinanti luoghi segreti di Roma, che ti faranno apprezzare ancora di più i tuoi giorni nella Capitale.
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